Storia

Nonostante il fascismo avesse sciolto tutti i partiti politici, alcuni proseguirono la loro attività in clandestinità, mentre altri si ricostituirono durante la guerra. I partiti antifascisti agirono soprattutto partecipando alla Resistenza, che quindi fu non solo una guerra di liberazione, ma anche un momento di rinascita della politica italiana.

Con la fine della guerra e la riunificazione del Paese, la mafia, non volendo rinunciare al potere, sostenne il Movimento indipendentista siciliano (MIS). Un'ala del MIS, in alleanza con malviventi siciliani, compì numerosi assalti alle caserme, tanto che in Sicilia vennero inviati reparti dell'esercito. La questione venne risolta con la concessione alla Sicilia dello status di Regione autonoma, ma la mafia continuò a prosperare anche nello Stato repubblicano.

Nonostante il fascismo avesse sciolto tutti i partiti politici, alcuni proseguirono la loro attività in clandestinità, mentre altri si ricostituirono durante la guerra.

Durante la guerra e nell'immediato dopoguerra molte persone furono gettate nelle foibe, alcune ancora vive: al loro interno sono state ritrovate circa un migliaio di salme. Dagli anni Novanta è in corso un acceso dibattito su chi e quanti fossero questi "infoibati". In mancanza di documenti, le stime oscillano tra le duemila e le decine di migliaia."

Nel 1947 Istria e Dalmazia furono assegnate alla Jugoslavia, per cui circa 350.000 italiani, temendo persecuzioni, si riversarono in Italia. Questi profughi vissero una situazione drammatica: avevano dovuto lasciare tutti i loro averi nella terra d'origine e le loro case erano state requisite dal regime jugoslavo, ma l'Italia non fece nulla per dare loro sostegno.

Il termine "Autarchia" deriva dal greco autàrkeia e significa "capacità di bastare a sé stesso". Indica la politica economica di uno Stato che intenda raggiungere l'autosufficienza rendendosi indipendente dalla produzione estera.

Dopo la liberazione dai tedeschi, nell'aprile 1945, l'Italia dovette affrontare una fase di pericolose tensioni. In Sicilia, la caduta del fascismo aveva ridato forza alla mafia. Quando gli Alleati stavano programmando lo sbarco, che sarebbe avvenuto nel luglio 1943, avevano preso contatto con i capi mafiosi allo scopo di garantirsi la collaborazione della popolazione locale. Dopo la liberazione della Sicilia, gli amministratori fascisti furono sostituti da uomini "graditi" alla mafia, che perciò, di fatto, prese il controllo dell'isola.

Appena finita la guerra, l'Italia del Nord fu attraversata da una fase di violenza. In un primo tempo, vi furono numerosi atti di giustizia sommaria: i partigiani uccisero molti fascisti, soprattutto quelli che si erano macchiati di stragi e torture, ma anche molte persone colpevoli di avere collaborato con i nazisti denunciando le attività partigiane. Queste vendette 'a caldo' furono presto fermate dal CLN, ma laviolenza continuò, in particolare in Emilia, dove gruppi nutriti di partigiani non deposero le armi, ma continuarono la lotta con l'intento di trasformare la Resistenza in una rivoluzione socialista.

Appena finita la guerra, l'Italia del Nord fu attraversata da una fase di violenza. In un primo tempo, vi furono numerosi atti di giustizia sommaria: i partigiani uccisero molti fascisti, soprattutto quelli che si erano macchiati di stragi e torture, ma anche molte persone colpevoli di avere collaborato con i nazisti denunciando le attività partigiane.

Con la fine della guerra e la riunificazione del Paese, la mafia, non volendo rinunciare al potere, sostenne il Movimento indipendentista siciliano (MIS). Un'ala del MIS, in alleanza con malviventi siciliani, compì numerosi assalti alle caserme, tanto che in Sicilia vennero inviati reparti dell'esercito. La questione venne risolta con la concessione alla Sicilia dello status di Regione autonoma, ma la mafia continuò a prosperare anche nello Stato repubblicano.

Quando nel 1945 i partigiani comunisti jugoslavi cacciarono i nazifascisti, compirono vendette sugli italiani che avevano collaborato con gli invasori.

Nei due anni seguenti la fine del conflitto, gli ex-partigiani uccisero centinaia di persone considerate nemiche delle classi popolari. Tra costoro vi erano proprietari terrieri, sacerdoti e attivisti politici.

Nel 1943 nacque un partito che avrebbe segnato la storia politica dell'Italia nei decenni successivi, la Democrazia Cristiana (Dc), erede del Partito Popolare sciolto dal fascismo: vi trovarono spazio i cattolici, ed ebbe un orientamento politico democratico e moderato. A essa facevano capo i partigiani delle Fiamme Verdi. I membri del Partito Socialista combattevano nelle Brigate Matteotti, mentre quelli del Partito Comunista facevano parte delle brigate Garibaldi.

Soccorrere le imprese in crisi, prestandole denaro pubblico

Nel 1926 il regime fascista lanciò la "battaglia per la lira", ovvero il tentativo di rivalutare la moneta italiana allo scopo di rivalutare la moneta italiana rispetto alla sterlina, in modo da ridurre l'inflazione. La rivalutazione della lira però rese più costose le merci italiane sui mercati esteri, per cui per abbassarne il prezzo il regime fece diminuire del 30% i salari dei lavoratori.

Dopo la metà degli anni Venti, la fine delle lotte sociali in Italia fu conseguenza della dittatura fascista, mentre negli altri Paesi industrializzati essa fu dovuta alla crescita economica, che migliorò le condizioni di vita dei lavoratori.

Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato

Nel 1944 i partiti antifascisti entrarono al governo dietro la promessa che il re Vittorio Emanuele III , che aveva sostenuto Mussolini, abdicasse in favore del figlio Umberto II.

1929

La risposta corretta è "Stato totalitario"

Nonostante l'apparente prosperità iniziale, nel 1929 il sistema del mercato finanziario era molto fragile. Non vi erano né leggi né regole che ponessero limiti alle attività speculative in Brorsa, che crescevano in modo abnorme. A scatenare la crisi fu un calo della domanda di beni durevoli, causato dalla saturazione del mercato.

L'Italia divenne Repubblica il 2 giugno 1946, dopo un referendum nel quale i cittadini italiani furono chiamati a votare per scegliere tra monarchia e repubblica come forma di governo.

Istituto Luce

No, l'effetto fu la riduzione significativa delle libertà personali dei cittadini.

La semplice opinione contraria al regime veniva punita con il confino.

Tra le brigate di partigiani esistevano anche alcune brigate fedeli alla monarchia, i cosiddetti Azzurri.

Oltre alla grave situazione economica e sociale, i primi governi dovettero affrontare il problema di dare un nuovo assetto politico e istituzionale a un Paese uscito da una guerra civile, con il suo strascico di odio e vendette e con un alto tasso di criminalità.

Nel 1929 venne abolita la segretezza del voto e tutti i partiti d'opposizione vennero sciolti.

1928

Tra il 1900 e il 1946

Nel 1942 nacque il Partito d'azione, che si richiamava agli ideali di Mazzini e aveva idee liberali, repubblicane e socialiste. Durò pochi anni, ma ebbe un importante ruolo nella Resistenza attraverso la lotta delle brigate partigiane di Giustizia e libertà. Nel 1943 nacque la Democrazia Cristiana (DC), erede del Partito Popolare sciolto dal fascismo: vi trovarono spazio i cattolici ed ebbe un orientamento politico democratico e moderato. Ad essa facevano capo i partigiani delle Fiamme Verdi. I membri del Partito Socialista combattevano nelle Brigate Matteotti, mentre quelli del Partito Comunista facevano parte delle Brigate Garibaldi, le più numerose.

No, nella sua fase iniziale il regime fascista non interferì molto sull'economia. Fu solo a partire dal 1925 che iniziò, mettendo in campo la campagna "battaglia del grano" per ridurre le importazioni del grano dall'estero.

Nel 1947 Istria e Dalmazia furono assegnate alla Iugoslavia e allora 350000 profughi italiani, temendo persecuzioni, si riversarono in Italia.