Con l'emanazione delle Fascistissime il governo assunse maggiori poteri a scapito del parlamento, compresa la possibilità di emanare leggi, ma ciò non significa che il Parlamento non potesse emanarne di proprie.
Tuttavia il regime fascista ridusse il ruolo del Parlamento e la sua capacità di esercitare la sua funzione legislativa in modo significativo. Le leggi emanate durante il periodo fascista venivano spesso proposte dal governo e ratificate dal Gran Consiglio del Fascismo, un organo consultivo dominato da Mussolini e dai suoi fedelissimi. Inoltre, Mussolini stesso deteneva l'autorità di emanare leggi tramite decreti reali, che bypassavano il processo legislativo normale.
Di conseguenza, sebbene formalmente il Parlamento fosse ancora in funzione, il suo potere legislativo era notevolmente limitato e il processo decisionale era fortemente influenzato dal governo fascista. In pratica, il regime fascista esercitava un controllo autoritario sulla legislazione e sulle istituzioni politiche, e il Parlamento aveva poco spazio per esercitare una vera indipendenza legislativa.